Che l’Editore Crocetti faccia dei bei libri non è certo cosa nuova. Come non è nuova l’importanza della rivista Poesia, nonostante mi venga detto che ogni due per tre è a rischio chiusura per difficoltà nel reggere i costi (cosa comune a tutti gli Editori).
Ho trovato questo suo libriccino del 2012, Nuove poesie d’amore, curato da Angela Urbano e devo dire mi sono trovato immerso in una scelta tanto intelligente quanto sensuale.
Un amore che attraverso diversi poeti viene presentato come passione, rabbia, dolcezza, vendetta, desiderio, abbandono, attesa, delusione.
L’amore in fondo non è una cosa semplice, e nemmeno vuole esserlo.
L’amore è una complessità talmente intricata da unire gli opposti in un solo magma carnale.
Perchè è carne la gelosia, è carne la pazzia, è carne la fame di chi vuole essere uno con il corpo dell’altro.
Questo ci dice la poesia, questa poesia. E ci dice anche che nell’amore il male stesso non è che una faccia controversa del desiderio, tutto teso non al bene dell’altro ma all’unione assoluta con l’altro.
Nella terribile convinzione che, senza l’altro, si è soli.
Bella bella oh bellissima
appena venuta da tutta una notte
fuori proprio bella oh ti ho vista alle
nove di mattina che tornavi
a casa per strada senza
cappello tenevi il cappotto
stretto ma non nascondevi il tuo
abito da sera bellissima e
appena venuta da tutta una notte fuori
bellissima ti sei fermata all’
angolo aspettando il semaforo e i tuoi
occhi mi hanno fissato bella così
bella e tu hai capito che
avevo capito e hai capito che
ti desideravo anch’io così fresca
dopo tutta una notte fuori bellissima
James Laughlin
Chi ama non respinge.
La vita non finisce certo domani.
Smetterò di aspettarti,
e tu arriverai all’improvviso.
E tu arriverai quando è buio,
quando la tempesta di neve batterà al vetro,
quando ricorderai come da tanto
non ci riscaldavamo a vicenda.
E così forte sarà il desiderio del calore,
allora non amato,
che non potrai aspettare la fila
di tre persone al telefono pubblico.
E, come per picca, striscerà
il vagone del tram, del metrò, e non so cos’altro…
E la tempesta di neve ricoprirà le strade
sulle lontane vie d’accesso al portone…
E nella casa regneranno tristezza e silenzio,
l’ansimare del contatore e il fruscio delle pagine,
quando busserai alle porte,
salito di corsa in un fiato.
Per questo si può dare tutto,
e a tal punto ci credo,
che mi è difficile non aspettarti,
tutto il giorno senza staccarmi dalla porta.
Veronica Tušnova
Qui ci prendemmo il nostro paradiso –
se non qui dove, amore?
Queste tre settimane il tempo
ha accumulato vapore
come lo specchio di un bagno:
colline, vacche, le collinette delle talpe,
un entroterra senza oceano…
il raccolto
che fischiamo dall’erba.
La quercia fulminata che ha perso
un ramo di una tonnellata
scuote ancora le sue foglie verdi
e prende la luce,
come se fosse viva.
Lo si sopporta? In natura
da seme a pula senza tragedia?
La follia viene da qualche cosa –
il presente, sí,
vi siamo dentro;
è l’infezione
delle cose passate…
la carta crepitante dell’Atlantico
che non sento da tre anni.
Perchè si ama una donna
più delle donne?
Robert Lowell
Ti bacerei sull’orlo delle ciglia e sui capezzoli, ti
turbolentemente bacerei,
mia vergognosa, in queste cosce
di creatura bianca, toccherei questi piedi
per librarmi più in alto di quest’aria
felina del tuo aroma, ti chiamerei spagnola
mia, francese, inglese mia, ragazza,
nordica boreale, schiuma
della diaspora biblica, che altri
nomi ti darei intimamente?
Greca
egiziana mia, romana modellata nel
marmo?
Fenicia,
cartaginese, o pazza, pazzamente andalusa
nell’arco della morte
con tutti i petali dischiusi,
cetra
tesa di Dio, nei lussuriosi passi
della danza?
Ti sentirei ululare,
ti morderei anche gli ultimi
papaveri, mia posseduta, ancora
ti farei delirare lí, alla cieca
frescura, nuoterei in te
l’immensa
insaziabilità della lascivia,
riderei
freneticamente riderei dei tuoi denti frenetici,
travolgerei l’oppio della tua pelle sino all’eburneo
di un’altra purezza, udrei il canto esplosivo delle
sfere come Pitagora,
ti leccherei,
ti annuserei come il leone
fa con la sua leonessa,
fermerei il sole,
fallicamente mia,
ti amerei!
Gonzalo Rojas
Quando ti bacio
non è solo la tua bocca
non è solo il tuo ombelico
non è solo il tuo grembo
che bacio
Io bacio anche le tue domande
e i tuoi desideri
bacio il tuo riflettere
i tuoi dubbi
e il tuo coraggio
il tuo amore per me
e la tua libertà da me
il tuo piede
che è giunto qui
e che di nuovo se ne va
io bacio te
cosí come sei
e come sarai
domani e oltre
e quando il mio tempo sarà trascorso
Erich Fried
In questi giorni penso al vento fra i tuoi capelli,
agli anni che fui nel mondo prima di te
e all’eternità che prima di te andrò a incontrare,
ai proiettili che non mi uccisero in battaglia
ma uccisero i miei amici,
di me migliori perchè
non vissero oltre come me,
penso a te nuda davanti al fornello d’estate,
sul libro curva per leggere meglio
nella luce morente del giorno.
Vedi, abbiamo vissuto più di una vita,
ora dobbiamo pesare ogni cosa
sulla bilancia dei sogni e sguinzagliare
ricordi che divorino ciò che fu il presente.
Yehuda Amichai
Dopo che m’hai lasciato
ho fatto annusare a un cane dal fine fiuto
il mio petto e il mio ventre. Si riempia
le narici e vada in cerca di te.
Spero che ti ritrovi, e che strappi
al tuo amante i testicoli e che mozzi
il suo pene, o per lo meno
che mi porti una tua calza fra i denti.
Yehuda Amichai
Gli anni poi passeranno
masse di monti e pietra si frapporranno
tutto sarà dimenticato
come si dimentica il cibo quotidiano
che ci tiene in piedi.
Tutto, tranne quell’istante
in cui sul metrò affollato
ti aggrappasti al mio braccio.
Titos Patrikios
Continuiamo a fare l’amore?,
hai detto non ancora sveglia una mattina,
per tutta la notte ci eravamo solo sfiorati
con la punta delle dita, con i piedi
e ora per arrivare alla pienezza
sono bastate le tue parole
e un lieve bacio di addio sulle labbra
per sentire che i corpi si erano uniti nel sonno
più che nella veglia.
Antonio Porta
Tutto ha significato
Anche il mondo dello zero
Ti amo
anche con l’amore del niente
Göran Sonnevi
Semplicemente lo voglio dire
È stato un contatto casuale
e anche un sorriso
Nulla più. Ma ancora
ne scaturiscono giorni quasi
la terra dondolasse appesa a
un grande ombrello di seta blu
Christoph Wilhelm Aigner
Fu una fortuna che quasi per caso trovassimo una camera d’hotel.
Lì il tuo corpo dissolse la realtà
e io venni a far parte del tuo mondo.
Ti ricordo in quel breve paradiso,
il vino bianco che gustammo lieto
come fuori dal tempo.
Poi fu tutto vertigine
simile a un mattutino
smorire di carezze. Tante volte ti dissi:
Devo stare sognando.
Il vapore che avvolge le grate della metro.
I nostri corpi lustri di sudore.
Finalmente l’uscita dall’hotel e il ricordo
di un grondare d’occaso ai nostri piedi.
Francisco Véjar

grazie per il lavoro approfondito e appassionato che condividi.
"Mi piace""Mi piace"
Grazie mille, lieto dell’apprezzamento
"Mi piace""Mi piace"