No password – Toni Piccini

piccini

 

Ieri ho ospitato in questo mio piccolo spazio uno scritto di Toni Piccini, un amico triestino, sugli Haiku. L’occasione era il volume Haiku – il fiore della poesia giapponese da Basho all’ottocento (qui) edito da Mondadori. Oggi voglio proporre un lavoro a tema dello stesso Piccini che di Haiku ne ha masticati e molti.

La sua biografia infatti cita dieci anni di scrittura in questa direzione, la partecipazione (tra le altre cose) all’XI° Festival Internazionale di Poesia di Genova, al 1° Tokyo Poetry Festival, al World Haiku Festival e all’VIII° Convegno Internazionale Mindfulness Project dell’Istituto Lama Tzong Khapa. Con traduzioni in giapponese, indiano, romeno, croato, bosniaco e in inglese, Toni è stato selezionato tra i cento haijin (poeti di haiku) più creativi d’Europa per tre anni consecutivi (2010-2012). Ha pubblicato, prima del volume che qui leggo e presento, diverse raccolte che hanno avuto ottimo riscontri e prefazioni (ad esempio quelle di Fernanda Pivano ed Elio Pecora).

In questo No password (Edizioni Terra d’Ulivi 2014, con traduzioni in inglese di Jim Kacian, Casa Editrice che tra l’altro conosco in quanto ha curato anche un paio di miei lavori ormai molto lontani nel tempo, e di cui sono sempre grato al suo bravo editore Elio Scarciglia) Toni svolge un discorso organico e per tappe che evoca ma senza abbagliare. Non c’è infatti alcuno strappo nella realtà vista dall’autore, ma uno scorgere il tutto e il tutto oltre il tutto. Lo sguardo si amplia, mai netto ma nebuloso pur nella sua chiarezza, diventa nebbia bianca che include tempi e spazi quasi con un’ostica dolcezza, non detta ma sentita.

Su tutto leggo due Haiku che mi toccano per incisività e (potrei quasi arrivare a dire) per un unisono che creano con alcuni miei giorni vicini. Sto parlando di Sole nella stanza / un frigo nell’angolo – / mi manchi che segna un’abissale vicinanza, terribile, e di Le dita stringono / il lenzuolo – lei / dimentica ogni cosa che al contrario segnano un’intensa quanto incolmabile distanza. Versi, questi, che da soli a parer mio valgono l’intero libro.

 
 
 
 
 
 
Parlando con mio padre
capisco le farfalle
prima del volo
 
 
Talking with my father
I understand butterflies
before the fly

 
 
 
 
 
 
Inchiostro trasparente
nella stilografica –
la verità oltre le parole
 
 
Invisible ink
in the fountain pen –
what truth in words?

 
 
 
 
 
 
Lacrime invisibili –
l’incontrollabile perfezione
del dolore
 
 
Invisible tears –
the uncontrollable perfection
of pain

 
 
 
 
 
 
Un tacco nella danza –
l’infanzia di mio padre
su una lastra di ghiaccio
 
 
A bare foot in the dance –
my father’s childhood
on a slab of ice

 
 
 
 
 
 
Una camicia di seta
cucita in una notte –
l’infanzia di mia madre
 
 
A silk shirt
sewn in one night –
my mother’s childhood

 
 
 
 
 
 
Accanto alla notte
una lanterna di madreperla:
tempo d’aurora
 
 
Deposited by night
a mother-of-pearl lantern:
time of the aurora

 
 
 
 
 
 
Perle nei sassi,
la temperanza è un libro
con molte pagine
 
 
Pearls amog the stones,
temperance is a book
with many pages

 
 
 
 
 
 
Nel ventre di una prostituta
il fantasma della solitudine
incontra uno specchio
 
 
In the belly of a prostitute
the ghost of loneliness
encounters a mirror

 
 
 
 
 
 
Un tatuaggio sul piede
della figlia dell’ombra –
lei aspetta un bambino
 
 
A tattoo on the foot
of the daughter of shadow…
awaiting her newborn

 
 
 
 
 
 
Inchiostro bordeaux
nella stilografica – l’alba
in un bicchiere di vino
 
 
Bordeaux ink
in a fountain pen, dawn
in a glass of wine

 
 
 
 
 
 
Gocce sul vetro,
la pioggia decide
il tuo volto
 
 
Drops on glass,
the rain decides
your face

 
 
 
 
 
 
Inchiostro rosso
nella stilografica – gli sconfitti
raccontano la loro storia
 
 
Red ink
in a fountain pen, the defeated
tell their story

 
 
 
 
 
 
Un sorso d’acqua –
l’eterna
contemporaneità
 
 
A sip of water –
the eternal
contemporaneity

 
 
 
 
 
 
Un’onda senza scoglio –
non cercarmi
dove il mare non torna
 
 
A wave without a shoal –
don’t look for me
where the sea won’t return

 
 
 
 
 
 
Ustionata sul guanciale
la carta geografica
dei ricordi
 
 
Singed into the pillow
the map
of memories

 
 
 
 
 
 
Sole nella stanza
un frigo nell’angolo –
mi manchi
 
 
Sunlight in the room
a fridge in the corner –
I miss you

 
 
 
 
 
 
Le dita stringono
il lenzuolo – lei
dimentica ogni cosa
 
 
Fingers clutch
the bedsheets – she forgets
everything

 
 
 
 
 
 
Una donna alla finestra,
l'”oltre”
riflesso da una nuvola
 
 
A woman at the window,
“yonder” reflected
by a cloud

 
 
 
 
 
 
La memoria del mare,
una stanza trasparente
mai disabitata
 
 
The memory of the sea,
a transparent room
never empty

 
 
 
 
Stessa solitudine
e matite nei cuori –
passi nomadi
 
 
Same solitude
and pencils in the hearts –
nomad steps

 
 
 
 
 
 

4 pensieri su “No password – Toni Piccini

  1. Pingback: Alessandro Canzian
  2. un commento??? ma come si fa? ogni riga è un soggetto da esplorare!
    la lievità del verso non nasconde profondità di tempo ed esperienze che sembrano, per un attimo, lasciarti entrare nel tuo universo –
    il primo haiku mi ha trafitto come un raggio di sole,
    ma non è subito sera

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