Al chiudere degli occhi – Antonio Nazzaro


 

Propongo in questo articoletto alcune poesie dell’amico Antonio Nazzaro. Lo faccio evitando appositamente di chiedere il suo permesso. So che non me lo darebbe. Antonio è uno di quei poeti che mette davanti prima di tutto il suo lavoro di traduttore e rifiuta quasi costantemente di pubblicare le proprie poesie. Lo so per esperienza diretta. Credo che Antonio conosca e abbia conosciuto troppi poeti per avere ancora voglia di pubblicare. Mi ricorda quasi Francesco Belluomini (di cui avevo scritto qui) per generosità e percorso di vita.

Antonio collabora con me a Laboratori Poesia e cura tutte le traduzioni dallo spagnolo all’italiano e viceversa. Sta curando inotre la traduzione del libro di Juan Arabia (Il nemico dei Thirties, Samuele Editore 2017) e l’antologia di dieci poeti italiani che stiamo proponendo in Argentina grazie all’interessamento dell’Editore Buenos Aires Poetry che me ne ha data la curatela (La lengua incansable, con testi di Alessandro Canzian, Roberto Cescon, Federico Rossignoli, Sandro Pecchiari, Alberto Toni, Luigi Oldani, Giovanna Rosadini, Luigia Sorrentino, Gian Mario Villalta, Giovanna Frene).

Antonio ha una poesia falsamente leggera che, in punta di dita, finisce col portarsi dietro un vissuto e una cementificazione dell’anima che spinge verso per verso quasi una malinconia, quasi una nostalgia. Ne scrivo oggi perché tra poche ore parleremo a Pordenone di Beppe Salvia e non posso non ricordare in questi due autori, pur così enormemente diversi, la medesima ricerca di un bene ostico, spesso difficile da trovare, tanto desiderato.

 
 

AL CHIUDERE DEGLI OCCHI
Antonio Nazzaro

 
 
 
 

Tutti i cuori cantano una canzone, incompleta, fino che un altro cuore risponde con un sussurro
Platone

A riempire una stanza basta una caffettiera sul fuoco.
Erri de Luca

 
 
La notte ha il sapore di
neri capelli che avvolgono
gli occhi
luci cadenti
ed è un salto da stella a stella
senza mani
 
 
 
 
 
 
Ho per te
la più bella poesia
della mattina
ma è un riflesso
negli occhi
i tuoi
 
 
 
 
 
 
Lei è lì
e non sai cosa dire
che parole trovare
e vorresti pioggia 
e vento
per abbracciare
ma solo le nuvole passano lente
come il non dire niente
e sono passi all’indietro
come un cuore
di vetro così fragile
da rompersi
all’amare
 
 
 
 
 
 
di te mi resta 
il vago odore dei baci
il passo delle tue mani
lo sguardo appuntito del tuo naso
e la morbidezza del tuo pensiero
che tra i seni tuoi mi fa
riposare
 
 
 
 
 
 
di te resta uno sbiadito ricordo 
che s’accartoccia
e non è neanche 
una fotografia
 
 
 
 
 
 
sono note jazz
quelle che salgono
da quella cantina
nera e dolce
che nasconde
la tenda
che si fa gonna
 
 
 
 
 
 
si stracciano
le bandiere e dei
fili di punte rosse sempre
mai di rosa secche gocce
distilla il giorno
al chiudere degli occhi
 
 
 
 
Altre poesie di Antonio si possono trovare qui
 
 
 
 
 
 

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